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martedì 16 dicembre 2014

ACCADDE UN GIORNO QUALUNQUE. . . . . .





. . . . . , una sera normale di un giorno normale come tanti.
Anthony era tornato a casa, dopo una piacevole serata trascorsa tra amici come tante altre volte. 
Si era fatta mezzanotte e si preparava per mettersi a letto.
Mentre infilava le pantofole e riponeva gli indumenti, fu preso da una certa inquietudine di cui non riusciva a coglierne l'origine.
Si stese sul letto e spense la luce del lume che stava alla sua destra, e rimase con gli  occhi aperti al buio guardando il soffitto.

Dopo qualche istante accadde qualcosa d'incredibile: il suo corpo cominciò a vibrare, come colto da un tremito continuo e  subito dopo, nel tentativo di girarsi, si accorse che i suoi arti non rispondevano più agli ordini del cervello. Era come immobilizzato, paralizzato dalla testa ai piedi, ed il sangue gli si gelò nelle vene. Era pienamente cosciente, voleva gridare per chiedere aiuto, ma dalle sue labbra non uscì un filo di voce. Fu assalito dal panico, gli mancava l'aria e voleva raggiungere la finestra per aprirla e prendere una boccata di respiro, ma niente, nemmeno un piccolo movimento. Ma non era finita qui.

Qualcosa di straordinario si stava materializzando nella stanza:
una specie di pulviscolo luminoso, composto da miliardi di puntini di luce, iniziò a roteargli intorno come uno sciame di api, assumendo via via l'apparente consistenza e colore  di quelle nebulose del cosmo composte da gas interstellare, fotografate dai telescopi spaziali, con i riflessi di colore tendenti al violetto.
A quel punto gli interni della sua camera da letto erano spariti   dalla sua vista, ed in   quel preciso istante  realizzò di possedere un'anima. 
Una forza indescrivibile esercitò su di lui un potere di attrazione tale da strappargli letteralmente l'anima dal corpo, attraverso quella zona del petto che alcuni usano definire plesso solare.  E’ come se venisse asportato  qualcosa che è legato intimamente al proprio corpo e che ne è parte integrante, come un vero e proprio organo interno.
Era convinto che stesse per morire, anzi; che fosse già morto. Pertanto oppose una strenua e disperata resistenza a quella "morte" improvvisa ed  assolutamente inattesa che lo fece aggrappare a "questa vita" con tutte le sue forze.
Nel frattempo quella nebulosa, continuando a roteare lentamente, si era trasformata in un tùrbine, e lui, o meglio, la sua anima, si ritrovò dentro, tanto da vederne l' imboccatura dell'altra estremità.
D'un tratto si trovò proiettato nello spazio cosmico, senza saper dire dove.
La lucidità della sua coscienza era diventata massima, di una straordinaria chiarezza mai sperimentata prima di allora, da non riuscire a trovare le parole per descriverla. 
Ed anche la sua vista era diventata straordinaria. Non più costretta nei sensi del corpo fisico, riusciva a vedere a 360 gradi, anzi di più, vedeva in modo globale in tutte le direzioni contemporaneamente..
In verità, vista e coscienza erano diventate un tutt'uno senza distinzione.
Ebbe la percezione di una forza attrattiva, come quella che  un magnete esercita su di un pezzo di ferro, provenire da alcuni punti luminosi nello spazio. Esattamente  simili a come vediamo le stelle nel cielo ed interpretati dalla sua coscienza come delle vere e proprie "Entità".
Ognuna di queste Entità possedeva la propria particolare energia, che trasmetteva  telepaticamente alla sua coscienza, e quest’ultima ne riconosceva le singole intensità e qualità contemporaneamente, ricevendone delle vere e proprie sensazioni  fisiche.
Poco dopo di colpo rientrò in sé.
Era confuso, e allo stesso tempo stremato e terrorizzato.
Si sedette sul bordo del letto, stanco e smarrito come per un lungo viaggio nell'ignoto, e profondamente turbato per  la portata di ciò che aveva vissuto.
Anthony custodì gelosamente e per lungo tempo il segreto su questa esperienza, poi un giorno, per caso, gli capitò  tra le mani un libro, la cui copertina raffigurava esattamente quel vortice, con forme e colori che lui stesso aveva vissuto. 
Altri evidentemente avevano fatto la sua stessa esperienza.