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giovedì 21 maggio 2015

COINCIDENZE

Continua dagli eventi narrati nel post del 16/12/2014

A seguito di quell'episodio, Anthony rimase per lungo tempo profondamente turbato da quella esperienza, tanto da decidere di tenersi lontano per parecchi anni da quegli interessi che fin da bambino lo avevano affascinato.
Letture che riguardavano temi sul mistero, l'esoterismo, il magnetismo ecc., cercando di evitare per quanto possibile anche quei contatti umani e quelle conoscenze con cui si era confrontato e ne aveva condiviso il pensiero.
Sentiva a distanza di anni il ricordo vivido di quella esperienza e le sensazioni fisiche che come un marchio indelebile  gli erano rimaste impresse sulla pelle.
Sin da piccolo si era posto domande su cosa potesse accadere dopo la morte o su cosa potesse esistere al di là del mondo fisico visibile. Era come se percepisse chiaramente l'esistenza di un confine sottile tra il mondo apparente e quello "parallelo" impercettibile ai sensi ma che riteneva in qualche modo raggiungibile.
C'era un'altra sensazione che lo aveva sempre accompagnato e che  ormai aveva assimilato come un'intima certezza:
quella che non sarebbe finito tutto con la sua morte fisica, ma che in qualche modo avrebbe continuato ad esistere e ad essere consapevole della propria coscienza. A questo pensiero si accompagnava  un'altra sensazione, quella che lo immaginava  in vita ad ogni costo. Cioè che in un modo o nell'altro sarebbe venuto al mondo sotto una qualsiasi forma animata. Non riusciva ad accettare, o solo immaginare l'idea di non esistere o di essere privato della coscienza di se ed essere destinato all'eterno oblio.

Gli anni erano trascorsi veloci e molteplici avvenimenti avevano segnato la sua vita nel bene e nel male, nella fortuna e nella disgrazia, come sovente accade a persone di questo mondo. A qualche episodio di fugace spensieratezza, spesso si contrapponevano lunghi periodi di difficoltà inestricabili, nonostante l'impegno smisurato dedicato a prevenirne gli effetti negativi. In sintesi, i risultati della sua attività lavorativa  non erano mai paragonabili agli sforzi profusi, sia  per impegno economico che organizzativo. Ma non per sua incapacità, che al contrario riusciva a prevedere l'impensabile, ma per circostanze che tendenzialmente volgevano a suo sfavore. Tutti gli sforzi purtroppo servivano a poco, perché da li a breve avrebbe fatto la comparsa una nuova emergenza e una nuova difficoltà. Sembrava quasi che il susseguirsi degli accadimenti lo incanalassero in un percorso obbligato già tracciato, e che il suo ruolo  non fosse altro che quello di semplice esecutore incapace di mutare gli eventi.

Il fattore economico era diventato la fonte delle sue maggiori preoccupazioni. Ulteriormente ingigantite  dalle  ripercussioni dirette e indirette che gravavano sulla sua famiglia, che doveva farsi carico dei disagi e dello stress che accompagnavano Anthony quasi quotidianamente.
Ben presto gli effetti di queste tensioni sarebbero sfociati nell'epilogo  quasi scontato: la fine del suo matrimonio e la qualità della sua condizione cristallizzata dal  tracciato  di una parabola discendente che, nonostante gli sforzi, non avrebbe accennato ad arrestarsi.
Il periodo che ne seguì fu certamente da annoverare tra i più tristi e difficili della sua vita. Alimentato dalla solitudine, dalla assenza di amicizie con cui dialogare e distrarsi e dalla difficoltà a ricollocarsi in campo lavorativo con le inevitabili ed immaginabili conseguenze economiche.
Le sue giornate si svolgevano ormai tra le quattro mura di casa, con le serrande abbassate e nella vana speranza di ricevere una notizia che potesse cambiare il corso della sua vita.
Dopo innumerevoli settimane trascorse tutte uguali, scandite solo dall'alternanza del giorno e della notte, le sue energie residue si erano esaurite e quindi aveva preso la decisione di non lottare più, consapevole che non sarebbe cambiato più nulla. Aveva quindi deciso di gettare la spugna e nel totale immobilismo accettare qualsiasi verdetto gli avesse riservato la sorte. Non gli importava più di niente. Sperava solo che la morte lo cogliesse nel sonno e ponesse così fine alle sue sofferenze e alla sua esistenza terrena.

Quando tutte le speranze erano ormai svanite e sfiducia e  sconforto avevano preso il sopravvento, un pomeriggio, inaspettatamente accadde qualcosa.
Mentre era sdraiato sul letto a faccia in su, con la mente ormai sgombra che rifiutava qualsiasi pensiero,   accadde un fenomeno curioso che lo fece sobbalzare. Una voce roboante come un tuono proveniente "dal suo petto" lo scosse profondamente con una sola parola: "incontriamoci"!
Una tonalità, le cui vibrazioni furono  percepite da ogni centimetro del suo corpo. Fu come se la totalità del suo corpo avesse generato quel "suono", una sorta di cassa armonica che ne aveva amplificato l'effetto.
A quel punto scattò in piedi come una molla, ponendosi nel contempo l'interrogativo su di chi fosse quella voce e per quale ragione gli avesse parlato.
Qualsiasi ipotesi sull'origine  gli fosse passata per la mente, sarebbe rimasta senza risposta, ma sortì su di lui un effetto insperato.
Percepì quell'episodio come il segno di un'inversione di tendenza di quella "parabola discendente" che ormai rappresentava  la sua vita quotidiana. Come una mano tesa da "qualcuno" alla sua inconscia richiesta di aiuto.
Trascorse qualche giorno, quando il silenzio della sua stanza fu rotto dallo squillo di una telefonata. Era un potenziale cliente che voleva conferirgli un incarico e lo invitava ad un incontro per discutere i dettagli.
Inutile descrivere il subbuglio del suo stato d'animo che ne seguì non appena abbassò la cornetta del telefono. Ebbe come la sensazione di svegliarsi da un profondo sonno per ricominciare a vivere, mentre dal nulla era arrivata una carica di energia e una robusta iniezione di fiducia.

Qualche giorno dopo ebbe luogo l'incontro col presunto cliente, durante il quale vennero discussi i dettagli del progetto e le condizioni tra le parti, alla presenza dei rispettivi legali di fiducia. Tutto si svolse in un clima sereno e cordiale a cui Anthony non era più abituato da tempo. Ma il successo e la facilità di questo incontro avevano acceso in lui la spia del dubbio che  ci fosse sotto qualcosa che al momento gli sfuggiva.

Ma la sorpresa più grande la ebbe appena uscito dal portone di ingresso dell'edificio dove si era tenuta la riunione di lavoro. Davanti alla vetrina di un negozio incrociò lo sguardo  di un uomo che conosceva bene.
Era il suo più grande amico d'infanzia, anzi l'unico vero amico fraterno. Il calore dell'abbraccio  che ne seguì confermò che nulla era cambiato nonostante fossero trascorsi molti anni da quando le loro vite avevano preso direzioni diverse perdendosi di vista. Con lui aveva condiviso gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, quelli più belli e spensierati. Rivederlo fu come varcare uno "stargate", come fare un tuffo nel passato, in quei ricordi scolpiti nella memoria.
Fu quello un ritorno alle origini, a quella sana semplicità che avrebbe riacceso un rapporto sopito per anni.
Lo stupore raggiunse il suo apice quando Anthony apprese che oltre all'antica amicizia li legava qualcos'altro: l'interesse per l'esoterismo.

Per inciso, quella opportunità di lavoro non ebbe poi seguito per vari problemi connessi, avvalorando i dubbi che Anthony aveva nutrito tra se e se.
Quell'episodio servì invece, indirettamente, a favorire quell'incontro col suo amico e riaccendere quell'antica amicizia. Ma servì anche a riprendere quel percorso evolutivo così bruscamente interrotto dopo quella prima esperienza extrasensoriale. Coincidenze?


Immagini prese dalla rete